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Intervista all’autore: Alessio Fabbri e Il canto degli inquieti spiriti.

co9wxwhxyaeetkqIl canto degli inquieti spiriti è il nuovo romanzo di Alessio Fabbri, scrittore classe ’81 originario di Lugo, in Romagna, laureatosi all’Università di Ferrara e divenuto insegnante di Inglese.

Il romanzo, uscito il 2 Settembre 2016 ed edito da GoWare , è di genere storico.

E’ infatti ambientato nel primo dopoguerra e vede come protagonista Alessandro Bonforte, giovane ex soldato che, dopo diversi anni passati in trincea,  tenta di reinserirsi nella vita di tutti i giorni.

Ma è stato lo stesso autore a parlarne in prima persona, lascio dunque spazio alle sue risposte.

Ciao Alessio, benvenuto in “La luce che c’è dentro un lettore” e grazie di avermi concesso quest’intervista.
Per capire uno scrittore e le sue scelte, secondo me, bisogna anche capire quello che c’è stato prima, perciò ti chiedo, c’è stato un libro che ti ha segnato? E se c’è stato, qual è?
Grazie per l’opportunità! Mi riconosco molto nella Letteratura Inglese ed Americana del primo Novecento. Lo stile narrativo di Virginia Woolf e la sua introspezione sono una tecnica che mi ha sempre affascinato, e le ambientazioni de “Il Grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald hanno invece condizionato il mio interesse verso le tematiche sociali dell’epoca. Sono due scrittori molto diversi la Woolf e Fitzgerald, ma entrambi hanno senza dubbio segnato il mio primo approccio al mondo della scrittura.

Aggiungo che il poeta Dino Campana è invece una delle mie più recenti scoperte ed ispirazioni, ed ha condizionato lo stile narrativo col quale ho composto “Il canto degli inquieti spiriti”.

Ci sono diversi tipi di scrittori, quelli meticolosi che si basano su scalette e schemi e quelli che invece, una volta avuta l’idea, scrivono di getto per rivedere il lavoro solo una volta finito. Di quale categoria fai parte tu?
 Sono il tipo di scrittore che butta giù subito dei punti fissi, decidendo lo sviluppo della trama ma lasciando spazio a cambi di programma in corso d’opera. Ciò che inserisco poi mano a mano è sempre rivisto e corretto. Se si trattasse di un disegno anziché di un romanzo, allora è come se imbastissi il disegno, impostando confini e tratti specifici prima di dargli profondità, spessore e colore.

Leggendo la biografia nel tuo sito internet  si capisce che, oltre alla letteratura, hai un’altra passione: la storia. Come è nato l’interesse per questa disciplina?
La storia è il nostro passato. Conoscere l’origine di fatti, cose e soprattutto persone aiuta a conoscere meglio noi stessi, a sfidare la superficialità. Ho sempre avuto un forte interesse per la Storia contemporanea e moderna. Questo interesse l’ho sviluppato durante i miei studi umanistici all’Università di Ferrara, ma ammetto che anche durante la Scuola Alberghiera avevo già una forte passione per le materie umanistiche.

E ora, parliamo de Il canto degli inquieti spiriti , il tuo nuovo romanzo uscito il 2 Settembre edito da goWare. Come è nata la storia di Alessandro Bonforte?                        Ci sono diverse ragioni che hanno portato alla nascita de “Il canto degli inquieti spiriti”. Qualche anno fa ho scoperto l’esistenza del fratello di una mia bisnonna materna e la sua partecipazione alla Grande Guerra. Questo mi ha portato ad indagare meglio il periodo storico, ma non ho voluto raccontare la sua storia perché ancora sapevo troppo poco. Studiare i testi di Dino Campana è stato invece uno spunto sotto tanti punti di vista, principalmente dal lato narrativo ed introspettivo.

Sapresti descrivere in poche parole il protagonista del tuo romanzo?                            Certo. Alessandro è sostanzialmente buono. Questo è l’aggettivo che lo contraddistingue. Si mette in primo piano per tutti, aiuta le persone in difficoltà e c’è sempre per chi ha bisogno di lui. Ma è anche una persona troppo sensibile, e questo è un limite. Questa sfumatura caratteriale sarà poi accentuata durante la guerra. Ha solo vent’anni, ed è un ragazzo come tanti: ha i suoi conflitti in famiglia, una storia d’amore appena sbocciata ed amici su cui può contare. Spero che questo romanzo parli ai giovani d’oggi e possa creare una finestra su quel periodo storico di cui si parla ancora troppo poco, e che ha segnato la generazione dei nostri nonni e bisnonni.

Il libro precedente, La Magiara, era ambientato nella Ferrara degli anni ’20, Il canto degli inquieti spiriti è invece ambientato nell’Italia del primo dopoguerra. C’è un motivo per cui hai scelto questa collocazione temporale?
Sono molto affascinato da quel periodo storico. In quegli anni la società è in preda a molte incertezze, e questo lo ritroviamo in entrambi i libri, seppure in maniera diversa. In questi due romanzi non seguo lo stesso metodo di indagine o di narrazione. “La Magiara”, pur essendo narrato in prima persona, è un racconto più o meno logico, mentre “Il canto degli inquieti spiriti” va interpretato, e richiede forse una lettura più partecipe ed attenta.
 Che cosa hai fatto per documentarti al meglio su quel periodo?
Per scrivere “Il canto degli inquieti spiriti” ho visto molti documentari sulla Prima guerra mondiale, ho letto diverse corrispondenze di soldati dal fronte, ed ho prestato molta attenzione ai dati tecnici che hanno reso l’ambientazione realistica ed attinente. L’atmosfera rimane però sempre molto personale. La guerra è lo sfondo sul quale si sviluppa la storia personale di Alessandro. Mi auguro che il risultato possa coinvolgere il lettore a tal punto da sentirsi partecipe delle vicende di cui parla il protagonista.
Hai altre opere “in cantiere”?
Ho tantissime idee che sviluppo continuamente. Alcune le inizio e poi le accantono, ripromettendomi di riprenderle in mano. Vorrei cimentarmi con un romanzo ambientato in un’epoca un pò più remota, ma questo richiede uno studio importante e più dettagliato per quanto riguarda le ambientazioni. Ho un romanzo già scritto qualche anno fa, ed è lì che attende la sua opportunità… Chissà! Prima o poi uscirà dal cassetto.
Il canto degli inquieti spiriti – La scheda del libro
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Autore: Alessio FabbriTitolo: Il canto degli inquieti spiriti (goWare, 2016)
Pagine: 104
Genere: Narrativa contemporanea/Romanzo storico

Collana: Pesci Rossi (Historia)
Data di uscita:
2 settembre 2016

Libro cartaceo: Eur 9.99
eBook:
Amazon Eur 4.99
iTunes Eur 4.99

Trama: 1918. La vita di Alessandro Bonforte è ad un bivio: la guerra sembra essere ormai un ricordo ed ha la possibilità di cominciare una nuova vita. Ma è veramente tutto come sembra? Si trova alla stazione di Milano, lì avrà inizio il suo viaggio. Qual è la sua destinazione? Lentamente i ricordi e le visioni prendono il sopravvento, modificando la percezione della sua oggettività e dimostrando che forse le cicatrici dell’esperienza al fronte non sono affatto sanate. Ciò che è rimasto incompiuto per via della chiamata alle armi del giovane sembra ora pretendere di essere ascoltato, vuole manifestarsi, e lo fa per mezzo di un esercito di spiriti inquieti verso i quali il tormentato ex-soldato prova diversi tipi di emozioni, fra le amarezze di un sogno d’amore incompiuto ed i rimorsi di quanto accaduto negli anni di guerra. Qual è la realtà? Cos’è la realtà?

 

Altri libri dell’autore: La Magiara, Ciò che resta del silenzio.

Per contattare l’autore:

Facebookhttp://facebook.com/alessiopuntofabbri
Twitterhttp://twitter.com/alessiofabbri

 

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